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Il dibattito sulla questione meridionale oscilla tra la cupa immagine di un Sud corrotto e irredimibile e quella, più ingenua, di una regione ricca di storia, bellezze e cultura, le cui risorse restano sottoutilizzate. Quasi sempre il Mezzogiorno rimane uno e indivisibile e la sua arretratezza un mistero italiano. Il libro cerca di sfuggire a questa visione monolitica, proponendo una lettura, in chiave sociologica, delle differenze territoriali, dalla fine della "Prima repubblica" fino al periodo più recente della crisi economica. Ponendo attenzione ai fattori sociali, culturali e politici, si descrivono i due volti dell'economia del Sud, quello dipendente e clientelare e quello invece più dinamico, dove però la carenza di servizi e beni collettivi frena la spinta al cambiamento. Emerge, così, l'urgenza di riprendere l'analisi in un'ottica di sviluppo locale per evidenziare le risorse esistenti e responsabilizzare gli attori in gioco.